Una sala per due – Cap. 4 Sabato

Franco e Nora si salutano… ma forse forse, non sarà per tanto…

Ultimo capitolo della breve storia scritta con Dr. SbronzoLove. Chissà che in seguito Nora e Franco non si incontrino ancora fra queste pagine… SEGUE DAL TERZO CAPITOLO Un raggio di luce lent…

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Una sala per due – Cap. 3 Bagnati

Franco, Nora e una venticinquenne….

PROSEGUE DALLA SECONDA PARTE “E doccia sia! Andiamo… ” Nora si alza dal divano, Franco la imita e la segue per la casa. “Ma è proprio pieno di scatoloni ovunque, sei sicura di essere qui da due set…

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Una sala per due – Cap 2 Contatto

Franco bendato! Norina… che mi combini?

PROSEGUE DALLA PRIMA PARTE Dopo una lunga passeggiata al chiaro di luna sui Navigli accompagnata da tante chiacchiere e ancora più risate, decidono di tornare a casa. Nora adesso è tranquilla, appo…

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Una sala per due – Cap 1 Lo scontro

Racconto a quattro zampe, ops! quattro mani, con Norina

Agosto, Milano: il deserto ovunque. Si è trasferita in città da sole due settimane. Il nuovo lavoro non le permette di prendere ferie, ci sono delle scadenze da rispettare per i primi giorni di set…

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Vacanze prese… di petto! Cap. 02

Atterraggio morbido

Atterrati!

Atterrati a Santo Domingo. Ho ancora le mani appiccicose del regalino di Dario e sto già meditando come riuscire a vederlo nudo prima e addosso a me poi. Franco e Marta, svegliati di soprassalto, hanno ancora gli occhi cisposi e l’aspetto di chi avrebbe gradito continuare a dormire a lungo. Dario mi guarda e sorride. Mi sa che ha già capito.

“Caro, fai attenzione tu ai bagagli? Io devo assolutamente andare in bagno”. Marta, aggiunge Dario, io ne approfitto per andare a curiosare al banco delle informazioni turistiche. Uno sbadiglio varrà un sì? Boh, non sono problemi miei che per non dar nell’occhio mi sono già incamminata verso le toilette. Mi sta seguendo, lo so. Ho una voglia pazza di baciarlo, di sentire che sapore ha e scoprire come bacia. Le Toilette sono come sempre in fondo a destra, dietro una magnifica curva a gomito.

Non occorre parlare. Ci baciamo affamati mentre i nostri corpi aderiscono . Mi spinge forte e il suo cazzo preme sul ventre. Gli accarezzo i capezzoli e non lo mollo. Bacio a ventosa. Mi stacco per guardarlo e mamma mia! Che effetto mi fai Dario ! Voglio vederlo, deve essere bellissimo duro come piace a me!

Detto fatto, con l’aria di incosciente innocenza, verifichiamo che il bagno munito di fasciatoio per i pargoletti sia libero, e lo è. Chiudo la porta alle mie spalle con lui addosso..
Due tette da panico, libere da ogni costrizione, grosse…due globi mai visti dal vero ed ora le mie mani cercano di abbracciarle… i corpi convulsi e il tempo contato: tic tac tic tac….quanto tempo abbiamo? Quanto possiamo rubare alla realtà per poterci godere? Cosa ci è concesso? Gli abiti vengono calati, aperti, slacciati, persi nel bagno. Continua a leggere “Vacanze prese… di petto! Cap. 02”

Amichevole constatazione

Pubblicato: 22/05/2012

Che giornata pessima. Iniziata proprio male. Sono nervosa e demoralizzata. Guido in città cercando di concentrarmi su quel che sto facendo, anche se avrei voglia di fermare la macchina e mettermi a piangere. Ma sono di fretta, quindi respingo indietro le lacrime e sto attenta all’idiota che ho davanti, visto che ogni due per tre frena senza motivo. Semaforo. Sono tutti rossi oggi. Cazzo! Poi si chiedono perché la gente litighi per strada a causa delle auto. Mi guardo un po’ intorno, varia umanità.. verde. Si parte.
SBAMMM!

SBAMMM!
Cazzo: mai fumare in auto e buttare la cenere fuori dal finestrino, con il finestrino chiuso!
Cazzo: sono un idiota, ho appena ritirato la macchina dal carrozziere.
Cazzo: l’ha riparata da un incidente causato dalla mia fidanzata che ho deriso per giorni.
Cazzo: adesso chi la sente, mi sfotterà per mesi.
Cazzo ma c’era il verde! Perché non è partita la scatoletta giapponese che ho preso in pieno!

Resto un attimo ferma. Cazzo cazzo cazzo. O scendo e lo uccido o mi metto a piangere. Ci metto un po’ a riprendere il controllo e scendo. Non ho mai fatto un incidente e questo mi doveva tamponare proprio stamattina? Non riesco a fare nulla, lo guardo in silenzio, stordita. Guardo lui e le macchine. La mia un po’ ammaccata, la sua con una bella botta. Il mio catorcio e la sua macchina nuova fiammante. Neanche vedo quello che ho davanti. E neanche sento cosa mi sta urlando contro… Sto pensando a tutt’altro e le lacrime iniziano ad uscire incontrollate e silenziose.

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Smeraldo notturno con ritmo – Cap. 08

Epilogo

“Bravi, ottimo lavoro”, fa sempre piacere la pacca sulle spalle del capo. Gaia è luninosa da quanto è felice..”Venerdì cena a casa mia con i vostri compagni, mariti, mogli….quello che avete insomma…”, ooops ma come! Nooooo. Gaia è sbiancata…
“Capo…il mio compagno non può per impegni precedenti”, vai Gaia! Reattiva e sul pezzo! Che se porto mia moglie poi magari mangia la foglia e sono cazzi
“Gaia smettila, non mi interessa degli impegni, anche io ho un capo: mia moglie! E’ deciso, venerdì sera alle 21 vi aspetto a casa mia: accompagnati!”, quando a dirlo è l’amministratore delegato, è deciso….
Muti usciamo dall’ufficio nel quale eravamo entrati con piacere. Gaia non parla, so cosa pensa, le stesse cose che penso io: come affrontare una cena alla presenza dei parter ufficiali senza che si accorgano di noi….massì ce la facciamo, siamo commerciali….venditori di fumo e aria fritta…ce la facciamo. Sorrido e cerco il suo sguardo per tranqullizzarla nel corridoio. Entra nel suo ufficio e sbatte la porta, chiudendomi fuori.

Maccheccavolo! Ma cosa gli è saltato in mente…. a cena, coi rispettivi…
Come cavolo facciamo?!? Qui si accorgono di tutto! Figurati se non se ne accorgono! L’elettricità che c’è nell’aria quando Franco ed io siamo vicini è talmente palpabile che persino un pesce se ne accorgerebbe! E’ per quello che funzioniamo così bene!

Giro per l’ufficio, circumnavigo. Mi sento in gabbia… Sento, è palpabile, anche l’agitazione di Franco, di là nel suo ufficio. Ma non posso preoccuparmi di lui ora. Sa bene cosa rischiamo. Lo sa quanto me.
Devo pensare. Devo pensare.
Ce la possiamo fare. Ce la dobbiamo fare!

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Vacanze prese… di petto! Cap. 01

Pubblicato: 12/05/2012 Aggiornato: 11/08/2012

Viaggio disturbato? No, masturbato…

E’ arrivato a casa entusiasta l’altro ieri: conferma le ferie! Tra una settimana si parte! E dove si va, di grazia? No perché mio marito Franco va gestito come un pacco esplosivo quando si parla di vacanze. Rabbrividisco al ricordo delle ultime vacanze mordi e fuggi, dove per l’appunto vista la pioggia incessante siamo stati solo morsi da zanzare modello Stuka della prima guerra mondiale. Inizio a prenderla alla lontana: conterò fino a 20 se necessario ma non voglio smorzare il suo entusiasmo.

Caro: dimmi che andiamo in un posto decente per la stagione! Certo non ti preoccupare, andiamo a Santo Domingo. Non è stagione piena, ma le previsioni sono ottime. E’ che non ci credo, Franco non resiste alle offerte speciali e sto odorando puzza di fregatura. Continuo nella mia indagine: tesoro, ma possiamo permetterci questa vacanzina fuori stagione? Tranquilla Gabry! io e Dario abbiamo organizzato tutto! Abbiamo scovato un’offerta meravigliosa a 2×4. Oddio, e che è il supermercato? Insomma, abbiamo trovato un’offerta speciale dove paghi per due ma viaggi in quattro.

Così condividerò il mio nove giorni sette notti con Dario, nuovo collega di mio marito appena trasferitosi a Milano, e la di lui gentil consorte. Davanti allo specchio in bagno, mentre commento il mio fisico morbido inizio con la solita litania oddio sono grassa, sono brutta sono..sono…ecchissenefrega! Sono così, e un bel sorriso mi prepara alla valigia.

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Smeraldo notturno con ritmo – Cap. 07

Portami a ballare!

“Franco sei stato grande!” ho l’adrenalina a mille, siamo stati un’ottima squadra…

“Non ho fatto granché…” no, li ha soltanto ammaliati e storditi con le parole! “E’ il progetto che era buono, il lavoro fatto con il tuo team!”

Siamo fuori dalla porta del ristorante, la gente sta andando via, ci siamo fermati fino alla chiusura.

“Non sono per niente stanca! Portami a ballare!” Gli dico girando su me stessa facendo svolazzare il vestito.

“Gaia, sono stanco io, però… che ne dici piuttosto di andare a bere qualcosa prima di rimetterci in macchina per tornare?”

“Tornare?” mi sono fermata di colpo esattamente davanti a lui, occhi negli occhi.”Non torniamo mica, stasera. Abbiamo due stanze prenotate. Pensavi mica che ti lasciassi guidare dopo una cena come questa?!”

Che stronza! “Ma non mi hai detto niente!” ops, s’è arrabbiato.

“Sono sicura che anche tua moglie sarà più contenta se non guidi! Dai, telefonale!”

“A quest’ora?!? Sei matta? Le prende un colpo! Le mando un sms…”

Ci avviamo all’albergo, parcheggiamo la macchina e andiamo ad un locale che conosco, non lontano da lì.

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Smeraldo notturno con ritmo – Cap. 06

In team!

La penna cade sul tavolo, pesante come mai. Gli occhi arrossati dalla troppa esposizione al monitor. Cazzo, non sapevo avrei dovuto sgobbare così!
Gaia è un capo esigente…ma sono stato bravo. Professionale e integerrimo: mai più esagerato come il primo giorno. Lei apprezza il mio estro creativo e mi lascia spazio.
Il suo capo, che è anche il mio, pare contento del nostro lavoro. Ettecredo, abbiamo chiuso due campagne in due settimane! Attendiamo i dati di ascolto….di penetrazione. Mentre penso, alla penetrazione, mi spunta un sorriso sulle labbra….
Mi piace lavorare in team con la sua squadra, mi piace soprattutto quando mi dà corda e non sta a questionare sui dettagli: odio i dettagli, sempre odiati…
Adesso discesa, una settimana discesa…solito tran tran e preparazione cataloghi, quisquilie…

“Domani tienti libero: nuova campagna da chiudere. Ci aspettano a Milano alle 20,00. Partiamo dall’ufficio alle 17,00”, mi sboccia naturale la sequela di parolacce al seguito della mail ricevuta.

“Ok mi organizzo”, digrigno i denti, assorbo il colpo e digerisco la notizia. Chissà come la metabolizzerà mia moglie…..sente parlare un po’ troppo del mio capo.

Inappuntabile la attendo con l’auto aziendale già indirizzata verso la capitale morale….zaino nel baule con cambio casual. Col cavolo che resto vestito come un pinguino più del dovuto. Gaia arriva trafelata con la borsona in mano, il cellulare nell’altra e il pc a tracolla. Non riesce mai ad essere easy la ragazza: troppo tesa, operativa, carica….eccheccazzo va a pile!

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Smeraldo notturno con ritmo – Cap. 05

Primo giorno di lavoro

“Buongiorno sono Franco …” “Sì, io sono Teresa, da questa parte” Ehilà nemmeno ho dovuto dire il cognome… che sia un buon segno?
“Gaia, c’è Franco” e prima di uscire mi guarda sgranando gliocchi, come da sua abitudine quando vede un maschio che la stuzzica.
“Cosa le hai detto?” “Intanto, buongiorno Gaia. Non le ho detto altro che il mio nome, non è servito dire il cognome.” Quegli occhi… è appena entrato e già mi guarda con quegli occhi… Ma cosa crede?!?
“Sì, avevo avvisato che saresti venuto. Quindi, sei deciso? Sei sicuro di voler essere il mio assistente?” la solita voce tagliente da stronza che uso come sfida, voglio proprio vedere se ha il coraggio.

“Ci ho pensato, lo ammetto. Ne ho parlato con mia moglie. Insiste perché io ci provi.”

“Ok. 1 mese di prova, allora. È sufficiente qui dentro per capire se il lavoro e chi lo deve fare sono compatibili. Se sopravvivi, ti assumo.” “Ok”

“Qui, in comunicazione con il mio ufficio c’è il tuo… ho già chiamato il tecnico che ti cambi le password come le preferisci tu”
“Tranquilla, mi arrangio per quello.”

“Puoi vedere la mia posta elettronica e il mio calendario, così da sapere sempre cosa bolle in pentola. Sul telefono c’è un cicalino. Come avrai visto nel mio ufficio c’è una chaise longue che affolla il poco spazio: ho scoperto anni fa che se sto distesa penso meglio, quindi ogni tanto chiudo la porta a chiave, stacco il telefono, mi metto la mascherina e mi stendo lì, per defatigare, decomprimere o pensare. Di norma avviso la mia assistente, chesaresti tu.” “Fammi un piacere: IL mio assistente…” “Sì… Se qualcuno mi cerca o se la mia mezz’ora è finita, tu mi fai suonare il cicalino che è meno traumatico di qualsiasi altro tipo di risveglio…” “Quindi in realtà dormi” “A volte. Dipende… Ora. Non pensare di poterti mettere comodo, che oggi è una giornata tremenda: venerdì abbiamo una scadenza e quindi la settimana sarà dura. Prendi blocco e penna e seguimi che abbiamo riunioni tutto il giorno e tipresento a tutti” “Va bene lo stesso seuso il mio tablet?”

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Smeraldo notturno con ritmo – Cap. 04

Work in progress

Che dormita! Se faccio sesso come si deve, mi succede ogni volta. Certo che ieri sera devo essere proprio impazzita! Mi sono portata a casa uno sconosciuto… Devo lavare le lenzuola! Se quando torna mio marito coi figli trova il letto in quelle condizioni sono finita! Certo questo corridoio non sarà più lo stesso… Cos’è questo? Un biglietto da visita? Gli sarà caduto…ma guarda, lavora nel mio stesso settore, solo che è freelance. Lo butto. Non nelle immondizie di casa però. Nascondiamo! Borsetta. Ora colazione e poi doccia.
Però… certo che … a ripensarci…
Buona, Gaia, a cuccia!

Apro gli occhi, rapida carrellata alla ricerca di eventuali tracce: boxer buttati nel cassonetto, bidet prima di raggiungere il letto, certo che gli amici tacciano sulla mia fuga dalla comitiva. Soprattutto con chi sono fuggito! Ma che mi è preso? Certo ho dormito come un angioletto e distendere le gambe a letto pensando alla gatta mi suscita un sorriso a piene labbra:
“Non ti ho sentito tornare, vi siete divertiti?”, la voce sicura e tranquillizzante di mia moglie mi trascina alla realtà, una piacevole realtà.
“Ciao amore, …serata noiosa….la discoteca poi il sabato! Ero forse l’unico dal capello metallizzato….”.
“Hai fatto conquiste?”
“La barista mi dava del tu a forza di ordinazioni…per il resto, nessuno di noi sfigati ha rimorchiato, abbiamo perso il fluido…..”, mentre lo dico due occhi smeraldo riempiono il mio cervello.
“Oggi dobbiamo andare dai miei, mia madre ha bisogno di alcuni lavoretti in casa…”, solito pranzo con ricatto di bassa manovalanza..
“Mi sono laureato apposta per aggiustare tapparelle….”, non mi spiace fare piccoli lavori, mi spiace che ce ne siano sempre di nuovi da fare
Un bacio e la mia bella mogliettina si alza già determinata e organizzata: un planning vivente. Scaccio gli occhi smeraldo dal mio cervello….spero di non avere addosso ancora il suo aroma….doccia, subito!

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Smeraldo notturno con ritmo – Cap. 03

Game over?

Mi bacia languida: soddisfatta l’urgenza del primo suo piacere, fa le fusa… troppo. Un lampo negli occhi, oddio!

Si alza in piedi sul letto, vuole farmi capire che è sua la tana: “Non prenderti troppe confidenze, sei nel mio territorio”, ammorbidisce il messaggio con un sorriso sornione. La posso guardare, gustare con gli occhi e ammirarla nell’esibizione. La luce è finalmente ferma e costante: un faretto illumina il letto di luce gialla, non forte, diffusa. Le gambe paiono lunghissime: so che non lo sono, la prospettiva gioca a favore. I piedi divaricati ai miei fianchi, le cosce leggermente dischiuse. Il lucido fiore, morbidamente gonfio e tumido. Forzo il mio sguardo a proseguire la salita: il ventre piatto, l’ombelico leggermente sporgente e su, verso i globi dei seni. I capezzoli sparati: duri e sfrontati. Talmente eccitanti che vorrei stringerli, leccarli, morsicarli…

Terza piena e florida, anche se una misura non può sintetizzarne la bellezza….le aureole regolari, scure e simmetriche. Quasi un’opera d’arte, ma io non sono esteta che guarda solo, sono amante e voglio godere con lei e di lei. Con le mani dietro alle sue ginocchia, la costringo a piegar le gambe: vieni giù da me il messaggio….”Dove credi di andare? Volevi stendermi, ce l’hai fatta…..ora sono io che voglio. Voglio correre!”.

Fisso il suo volto con i due smeraldi incastonati nel trucco di lei che va lentamente sciogliendosi….

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Smeraldo notturno con ritmo – Cap. 02

La tana

Infilo le chiavi nella toppa. Il suo corpo ancora schiacciato al mio: da quando abbiamo varcato il portone la sua eccitazione, in ottima ripresa, non si è allontanata di un millimetro dal mio culo. Il suo corpo ha aderito perfettamente e le sue mani hanno esplorato il mio, liberamente e senza remore.
Chiudo la porta. Il mio perizoma finisce sul pavimento, umido dei miei umori, dell’orgasmo che mi ha dato in ascensore sussurrandomi nell’orecchio: “Questo è solo un assaggio”.

La gonna finisce a terra, con la camicetta. Mi spinge contro il muro del corridoio. Il suo corpo è sempre dietro di me. Le labbra sul mio collo… mi morde la parte posteriore del collo con passione, premendo coi denti sui nervi che … ohddio! un brivido… il mio istinto felino mi porta a spingere indietro il bacino… sono proprio gatta in questo. E lui continua a mordere. E il mio sedere a spingere sulla sua erezione.

Sono nuda, gomiti appoggiati al muro davanti a me. Bacino proteso in fuori. Davanti agli occhi ho la foto di quel carnevale quand’ero bambina, vestita da tigre. Raggiante nel mio abito di peluche. L’istinto non si può negare…

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Smeraldo notturno con ritmo – Cap. 01

Pubblicato: 30/03/2012 Aggiornato: 19/05/2012

TUZ, TUZ, TUZ…

Ma che cazzo ci faccio in discoteca il sabato sera!

Tuz, tuz, tuz, tuz
Torme di ragazzini si agitano, si scontrano, si approcciano

Tuz, tuz, tuz, tuz
Sono fuori quota ormai, però agli amici sedotti e abbandonati come si può rifiutare la compagnia nella sbronza consolatoria con la speranza di abbordare il famoso chiodo schiaccia chiodo. Dai che stasera devo fingere di essere felice e fare da motivatore al tapino. Persino mia moglie mi ha canzonato con un sms quando ha saputo dov’ero!

Uffa….si bellissimo, uh se mi sto divertendo,…si la vedo quella bella figa…(avrà 20 anni tutti insieme, ce ne vogliono due per fare i miei!), siiii me la scoperei, anzi vai tu che sei un martello, dai vai a conoscerla…ti aspetto…

Tuz, tuz, tuz, tuz,
Mojito…a quanti sono? bah dettagli…
Sguardo circolare che comincia ad essere leggermente vacuo: alcool o sonno? Dai, su prendiamo un po’ d’aria! La discoteca affaccia su una splendida terrazza dove i fumatori sfogano il vizio, il volume della musica diventa sopportabile e consente di scambiare qualche parola non urlata a squarciagola. Accendo pure io la piccola brace e aspiro vorace la prima boccata.

Due occhi verdi, verde smeraldo, la prima cosa che noto di lei. E’ scostata dal gruppo che pare essere di suoi amici. Sembra triste, pensierosa. Le braccia incrociate in grembo. Giochi di luce la illuminano a scatti: ma tenete ferma la luce che mi sembra di guardarla in diapositiva! Mi vede e gli occhi mutano d’espressione: non più placidi e riflessivi, un lampo di fiera sfida. Che cazzo hai da guardare il loro messaggio. Mii che caratterino, quella graffia ne sono certo….e andiamo a farci graffiare un po’….

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