Autunno: interno notte…

doccia

La doccia agognata prima del sonno… l’acqua calda pittura il mio corpo in questo autunno già troppo freddo per i miei gusti. Chiudo gli occhi per assorbire il rumore di quella pioggia con lo scopo di sciacquare lo stress della giornata… I capelli creano piccole cascate sul volto…lunghi minuti fermo sotto il getto, adoro concedermi tutto il tempo necessario. Come nel sesso: senza fretta. Percorrere ogni angolo del corpo, solleticarlo con passione e pazienza…

Assorto nei pensieri: il campanello squilla inopportuno. Se ne andrà, chiunque sia….
Pare di no, gli scampanellii si succedono insistenti e rapidi…chi mai sarà…raccolgo l’accappatoio e, bagnando il pavimento ad ogni passo, mi accosto alla porta per sbirciare dallo spioncino:

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Frutta Erotica

Il sorriso che ti abbellisce il volto mentre mi guardi è carico di significati: lo vuoi, mi vuoi… vuoi che ci giochi…

Ti ho preso un regalo, un emolliente per massaggi….caldo, profumato e lubrificante. L’unico dispiacere è che l’odore dell’olio coprirà quello che regna nella stanza: il nostro. Lo spalmo sulla tua schiena, lo stendo e lo massaggio con i palmi aperti. Sento i muscoli seguire la mia pressione. Il tuo collo tra le miei mani: una morbida stretta sulla cervicale e via, lento a percorrere la strada verso il tuo culetto. La mia mano scivola facile e arrivo ad abbracciare i tuoi globi. Mi scappa uno sculaccione che ti strappa una risata: “Perché!?”. Mi chiedi.

Perché da tempo lo aspetto, lo sogno…

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Zante: esterno giorno

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Zante ci picchia in faccia tutta la sua abbacinante bellezza, il sole acceso, le case bianche, le strade incandescenti tutto all’aroma salmastro che arriva dal mare.
A Zante, Venere, la Dea, emerse dalle acque per dare omaggio alla bellezza dell’isola.
Chissà quali venere incontreremo tra poco al Paradise Beach
Accanto a me, cari lettori, c’è la piccola e tenera Lamù. Mammina tenera anche. Ma non solo. Quel sorriso malizioso sempre portato con naturalezza, quel vestitino cordiale e leggero negli svolazzi..e il mio sguardo che le cade sempre sui seni. L’ha notato. Sapete come me ne sono accorto? Ha slacciato un altro bottone e ha, come sempre, sorriso.
Ecco, in fondo si iniziano a vedere delle figure, cominciano a prendere consistenza quei nick che celano lo scribacchino e lo distanziano dallo scribacchiato.
Ora sono lì in carne…in carne e voglia Voglia di cosa? Di erotismo….
Un cartello infisso al terreno con scritto BARETTO. Doveva reggerlo LaMarzia ma ha deciso, all’ultimo – forse esausta delle attese – di volatilizzarsi. Un peccato non poter vedere quanto sia solare, decisa e meno pignolina di quanto ha voluto essere.

Oh, quella è Nora: la riconosco dalle importanti tettone! Son sicuro che è la Norina. Le curve sono sfumate, coperte e confuse dalla maglietta. Che maglietta! Porta l’effige di Deadpool! Che carineria inaspettata. Quel fustaccione accanto a lei è sicuramente il marito, o Padrone, come lei lo chiama nel loro complice e intenso rapporto..
“Te Franco, hai visto il marito di Nora?…”, Soft un po’ timoroso. E’ timido dice…bah, vedremo.
“Perché, ti vuoi fare anche lui?”, tranquillo Soft alle brutte figure ci penseremo…Pensiamo alle belle!
“Guarda che bella Saphirina!, guarda lei..”

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250 parole

T’ho vista di sfuggita…un alito e la tua immagine è sparita.
Precipito negli anni: calzoni corti, corse disperate, sorrisi aperti e ardenti pulsioni.
Entusiasmanti scoperte di un’età ormai dimenticata. Sei tu?
Spero di no, lo spero con tutto me stesso.
Ho ingoiato troppi singhiozzi l’ultima volta. Hai scelto lui e condannato me.
La prigione dei ricordi mi ha ingabbiato per tanti, troppi anni. Un limbo di inutili attese, di vane speranze. Buio.
La luce di altre donne non ha colmato il buco nero nell’anima. Tu hai sempre vinto.
Ogni altro amore, incontro, bacio sarebbe morto nella rincorsa di un solo tuo sorriso.
So di essere soggiogato dal ricordo, ma la ragione non comanda. Mai mi ha sorretto la ragione con te.
Un patto con me stesso: mai, mai, mai cercarla. MAI!
Scappo: sei tu, ti riconosco. Una colonna di cemento mi nasconde alla tua vista, mi pare di essere in un cartone animato.
Le mani tremano, la bocca è arida, la testa gira e il cuore galoppa impazzito nel petto.
Cazzo sei tu! Io non sono ancora pronto. Non ho le risorse per gestire l’incontro, parlare…
Mi sento nudo, le mani nascondono le pudenda coperte.
La vergogna mi assale: anni di sicurezze, dolorose elaborazioni, analisi…..tutto a puttane….
Ma che c’avrai!? Qual è il tuo arcano potere!?
Scappo: mi faccio piccolo, ingobbito, anonimo e furtivo.
Ce l’ho fatta: il passo accelera, la schiena si raddrizza, il sorriso distende le labbra….ahhh libero!
“Paolo…. sei tu?”.
Mi affloscio, palloncino bucato.
Svengo…….raccoglietemi…….lasciatemi qui…….tanto è uguale.

Alta montagna…

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Una delle tante regole condivise: no all’aria condizionata in casa! Fa male, è inutile, a noi piace il caldo….mai installata.

Alima, la mia compagna, proviene da un paese caldo, caraibico e, all’aria condizionata, preferisce la leggerezza dell’abbigliamento. E’ questione di mentalità, di costumi e questo è ciò che spiego agli altri bagnanti che la vedono raccogliere ogni raggio di sole, senza veli.

Esibizionista? Anche ma non solo: è talmente a suo agio nel suo corpo da non essere turbata dagli sguardi altrui. Raccogliendone ammirazione, forse invidia, di certo non indifferenza.

Al mare, frequentando spiagge nudiste, il problema è risolto.

E’ capitato che stendesse i panni lavati sul balcone indossando un solo minuscolo gonnellino e il seno al vento. All’inizio ci fu quasi una sommossa popolare, alla “Bocca di Rosa” per capirci.

Ma Alima non vuole irretire il vicinato: lei è così.

Io l’adoro. Mi piace la sua solarità, il suo ingenuo disincanto, la sua caparbietà e soprattutto la verve polemica.

Litighiamo? Cazzo se litighiamo! Ha il fuoco nel sangue e nel litigio sfoga tutta la sua gestuale calorosità. Facciamo poi la pace. Nella maniera che più conosciamo: con totale, immensa complicità. Continua a leggere “Alta montagna…”

Camping

Vent’anni, una ragazza e una tenda canadese. Che si può volere di più dalla vita. Dovrebbero farci una canzone!
L’estate è arrivata e con essa la bugia detta ai suoi genitori per scappare al mare soli: io e Susanna.
Che ci vuole: baci e saluti in stazione e via con il treno sino in Abruzzo. Carico come un mulo ma con un sorriso che tutto sopporta e solleva, con la voglia di trascorrere una settimana assieme al mio tesoro, la mia ragazza: Susanna.
Capelli corvini, sguardo da cerbiatta e un corpo che calamita mille sguardi oltre al mio. Sua l’idea del campeggio in tenda, io a rimorchio con qualche dubbio e malinconia a dover rinunciare ai comfort della pensione Mariuccia (prima destinazione ipotizzata).
Il viaggio tubando come due piccioncini con i bagagli che strabordavano dalla rastrelliera sulle le nostre teste. Promesse di abbondanti spalmate di crema dopo-sole e tante coccole sui materassini.

“Dovremo fare piano…”, Susanna preoccupata dalla poca privacy concessa dalla tenda.
“Ti farò urlare a bassa voce…”, sussurrato all’orecchio.

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Ode alla Fica

courbet-the-origin-of-the-world-large-620x350Tu che molti credono sei sineddoche di donna,

Tu che della donna ne sei al centro,

Tu che sulle labbra vorresti sentire labbra,

Tu che sei intercalare del parlare,

Tu che sai attendere il tuo piacere e donargli il suo,

Tu che sei accogliente paradiso dell’orgasmo,

Tu che sei porta della vita,

Tu che hai mille aromi e mille sapori: tutti speciali ed unici,

Tu che vuoi attenzioni e sguardi, ai quali ti sciogli liquida e disponibile,

Tu che….tu che….tu che sei… l’origine del mondo.

 

Ti adoro! Ti adoro solo perché parte della creatura più straordinaria che mai fu creata: la donna.

Beccato!

Beccato!

“Posso sapere a chi stai scrivendo a quest’ora?!”, gli occhi assonnati della mia fidanzata Giovanna seguono le sue parole che mi colgono in assoluta sorpresa.

La casa quieta, le gambe allungate sul tavolino a sostenere il pc, in sottofondo il brusio di un programma televisivo. Nulla mi ha fatto presagire il suo risveglio, nessun rumore che annunciasse quelle parole! Troppo concentrato nell’inseguire l’ispirazione che spesso arriva impulsiva e incontenibile. Resta solo da scriverla….appunto!

“Ehm…una relazione per un cliente…”, paio poco credibile e l’imbarazzo mi colora il volto. Subito i suoi occhi divengono lucidi fari su di me.

“Via le mani dal pc, se nulla hai da nascondere, fammi leggere!”

Potrei serrare lo schermo, staccare la tensione, chiudere il programma word, schiacciare qualche pulsante anti-panico….ne potrei fare di cose se l’atletica Giovanna non fosse già seduta al mio fianco sul divano e fissasse le poche righe del nuovo capitolo di un mio racconto erotico.

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Iris: spiaggiata a vista

La giornata era cominciata bene: ignorata la sveglia e continuato il sonno…nonostante il sole dalle persiane arrivi sempre sul volto! Testa sotto il cuscino e via…
Wishing well di TTD’Arby invade le mie orecchie….ma chi cazzo tiene la musica così alta a quest’ora? Quelli del piano di sotto, al solito…insistono!

Troppo vicino per venire da un altro appartamento, viene dal mio….già: è la mia suoneria e il telefono giace tra i vestiti disordinati ai piedi del letto…chi sarà?
Ancora disteso cerco con la mano il telefono: Iris? Che mai vorrà sabato mattina?

“Eccolo…”, di più non riesco a pronunciare.
“Bacucco…come va? Sei sveglio? Andiamo al mare? E’ una giornata bellissima…e ho voglia di mare…”
“All’alba!?”
“All’alba cosa!? Sono già le 9! Dai che ci occupano i posti migliori, potremmo andare a quella spiaggia bellissima che si raggiunge scendendo per il sentiero nella pineta…”, che programma entusiasmante: mezz’ora di cammino tra sterpi, sassi e aghi di pino….adesso ci penso: no!
“Iris non ce la faccio…vi raggiungo nel pomeriggio…”, lei e il gruppo dei suoi amici. Alcuni simpatici, nel complesso, meno.
“Pensavo saremmo andati solo io e te….però fa nulla…lascia pur stare…”, adesso ci penso: sì!

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P.I.

“Mio marito mi tradisce, cerco le prove.”

Era entrata nel mio ufficio da pochi istanti, appena seduta sulla scomoda seggiola di fronte alla scrivania. Non aveva mollato per un secondo i miei occhi, quasi volesse ipnotizzarmi. Coinvolgermi nella sua scelta, farla diventare la mia missione.

“Perché ne è così certa?”
“Da un paio di mesi è strano, ha altri ritmi, appuntamenti, ritardi….non è da lui. Voglio sapere ciò che combina, con chi e quando!”, determinata la signora…
“Sicuramente è un pazzo…” e muovi quegli occhi che paiono fanali puntati!
“Perché pazzo?”

Scarpe griffate con tacco a stiletto, caviglie fini e gambe affusolate, gonna a mezza coscia – forse un po’ meno – fianchi inguainati e vita stretta, camicetta scollata e seni sorretti da push-up, collana con diamante a pendaglio (bigiotteria? Non credo), volto sicuro e altero, occhi neri come la pece, sopracciglia tirate e labbra rosse come la passione. Capelli corvini con riflessi cangianti. Donna di gran classe e non solo per il solitario al dito: pare un pugno nell’occhio tanto riflette la luce della lampada.
Le mani morbidamente sovrapposte in grembo. Dritta sulla schiena senza cercare l’appoggio dello schienale. A disagio, sicuramente a disagio.

“Perché tradirla è segno di indubbia follia…”
“Cerco un professionista, non un seduttore. Addio.”

Si alza, gira i tacchi e muove verso la porta con fare deciso. Non so se è per il colpo inferto alla mia professionalità o per quel gran culo che la segue, ma fermarla diventa un imperativo.

“Ho capito, si sieda e mi racconti tutto dall’inizio.”

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L’ascensore

ascensori-euroliftNemmeno in ascensore riesco a togliere gli occhiali da sole: unica barriera alla luce al neon che arriva troppo intensa e schermo per celare le occhiaie. Mi manca il fisico per tirare l’alba, fare una doccia e andare al lavoro. Prevedo telefono staccato e poltrona allungata a reggere il peso del mancato sonno.
Le mail? Le apro domani…non riesco oggi.
E chiudetevi porte del cavolo! Pure l’ascensore si rifiuta silenzioso di fare il proprio dovere…mi spunta un sorriso indulgente con il mezzo meccanico.
L’eco di tacchi mi distoglie dal torpore, dall’angolo svolta una ragazza trafelata, pochi metri e ce la fa…le porte scorrono sulle guide per chiuderle la strada.
Alza un braccio per richiamare la mia attenzione. Io che nemmeno so dove ho lasciato l’attenzione!!
Allungo il mio di braccio e le riapro il varco metallico: “Grazie, grazie mille. Sono in ritardo, ho un colloquio di lavoro, mi aspettano al settimo piano, la dottoressa Brevi dell’ufficio personale. Spero non sia uno dei tanti finti lavori che negli ultimi mesi mi sono vista proporre…”.

L’unico mio pensiero è: quando te l’ho chiesto? Shhhh che il cervello ancora sta assorbendo i fumi dell’alcool…

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Dichiarazione d’amore

Non trovarla al risveglio assonnato,

gli occhi socchiusi, stropicciati dalle mani

con i soli boxer andar per casa a cercarla,

l’erezione mattutina compagna della camminata..

Dove può essere finita!

Ieri sera era qui, con me!

Non può essere andata via, non può!

La trovo fredda in cucina,

piegata sul tavolo,

umida di acqua, pulita e liscia.

Non vedo l’ora di prenderla, caricarla, riempirla al punto giusto,

serrata dalle mie mani strette ai suoi fianchi,

accenderla, scaldarla.

Dolce compagna di tante notti insonni,

di tante giornate lunghe…interminabili…,

sentire il suo respiro caldo, rumoroso, odoroso

espandersi nell’aria,

riempire di aromatico ritmo la mia vita…

Ti amo: caffettiera….

Amichevole constatazione

Pubblicato: 22/05/2012

Che giornata pessima. Iniziata proprio male. Sono nervosa e demoralizzata. Guido in città cercando di concentrarmi su quel che sto facendo, anche se avrei voglia di fermare la macchina e mettermi a piangere. Ma sono di fretta, quindi respingo indietro le lacrime e sto attenta all’idiota che ho davanti, visto che ogni due per tre frena senza motivo. Semaforo. Sono tutti rossi oggi. Cazzo! Poi si chiedono perché la gente litighi per strada a causa delle auto. Mi guardo un po’ intorno, varia umanità.. verde. Si parte.
SBAMMM!

SBAMMM!
Cazzo: mai fumare in auto e buttare la cenere fuori dal finestrino, con il finestrino chiuso!
Cazzo: sono un idiota, ho appena ritirato la macchina dal carrozziere.
Cazzo: l’ha riparata da un incidente causato dalla mia fidanzata che ho deriso per giorni.
Cazzo: adesso chi la sente, mi sfotterà per mesi.
Cazzo ma c’era il verde! Perché non è partita la scatoletta giapponese che ho preso in pieno!

Resto un attimo ferma. Cazzo cazzo cazzo. O scendo e lo uccido o mi metto a piangere. Ci metto un po’ a riprendere il controllo e scendo. Non ho mai fatto un incidente e questo mi doveva tamponare proprio stamattina? Non riesco a fare nulla, lo guardo in silenzio, stordita. Guardo lui e le macchine. La mia un po’ ammaccata, la sua con una bella botta. Il mio catorcio e la sua macchina nuova fiammante. Neanche vedo quello che ho davanti. E neanche sento cosa mi sta urlando contro… Sto pensando a tutt’altro e le lacrime iniziano ad uscire incontrollate e silenziose.

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Bussano? Sarà il lontano di casa

Pubblicato: 26/04/2012

L’inverno è lungo e rigido dalle mie parti.
Lunghe passeggiate nella neve in questo paesello sui monti servono anche a raffreddare l’animo. Ci si conosce tutti, non ci sono turisti e capita di rimanere quasi isolati.
La città più vicina è raggiungibile con difficoltà: solo nel week-end puoi pensare di andarci, nei giorni lavorativi la levataccia obbliga ad andare a letto presto.

Allevo vacche, d’estate le porto all’alpeggio, tiro le tette e produco formaggi. Un bel lavoro, con qualche piccola sconvenienza…..ma tant’è. Mi piace ed è tradizione della mia famiglia…. Vivo solo nella casa poco lontana dalla stalla, una casa modesta ma accogliente: un grande camino, un tavolo di legno massiccio e il mio divano, sformato e consunto dall’uso. Una grande libreria: mi piace leggere e pensare. Libri di ogni genere e argomento. Una piccola televisione: dovrei cambiarla ma chissenefrega, per quello che trasmettono!

Il computer con una rete internet speciale. La chiamo il “singhiozzo di internet”: se sono al tavolo, funzionicchia, se mi accomodo sul divano, cade il collegamento.
Sono giunto al compromesso: culo sul divano, schiena protesa e pc sulla sedia accostata al tavolo…. o così o niente!

Perché dico tutto questo? Adoro il fuori pista! Non io, chi lo pratica aldilà delle cautele. Ora racconto…

Sono le sei di sera, ormai terminati i lavori quotidiani, il buio è calato da tempo, mi rintano sul mio divano: buon libro, legna che arde nel camino, bicchiere di vino e pezzo di formaggio stagionato. Accappatoio, capelli bagnati e inizio la lettura serale: Camilleri. Pensare a Vigata assolata e calda, mi fa scordare le temperature rigide e il metro di neve che preme sul tetto….anzi domani devo spalarne un po’…altrimenti… vabbé domani.

Colpi convulsi alla porta, Bussano? Se capita a voi è consueto, se capita a me o sono le corna di un cervo ramingo o è il lontano di casa. Lontano perché abita ad oltre un chilometro. Ecco perché lontano di casa. A quest’ora! Che mai vorrà!?!

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Silvia

Pubblicato: 17/10/2011 Aggiornato: 17/10/2011

Ciao sono Silvia….che imbarazzo! Quando Franco mi ha detto di Milù non l’ho presa bene. Mi sono incazzata: lui racconta a sconosciuti le vicende della nostra vita di coppia. Poi ho cominciato a leggere i vostri racconti: alcuni non mi sono piaciuti. Altri invece sono stati talmente coinvolgenti che mi hanno letteralmente fatto sbrodolare. Franco mi ha lasciato assorta nella lettura: “perché non scrivi anche tu”, mi dice. “Ma sei scemo? Chissà quanti allupati leggeranno!”. “vedo che anche a te piace leggere, è oltre un’ora che passi da una storia all’altra”, ride il bastardo.

Mi piacciono le sfide, eccomi qua. Con la sua password….mi ha lasciato carta bianca.

Premessa: non sono proprio come mi ha raccontato lui nella serie “l’appartamento nuovo”. Credo di essere un po’ meno bella, meno disinibita e meno aggressiva. Esibizionista sì: perdo il controllo quando sento il calore degli sguardi degli uomini e delle donne sulla mia pelle esposta. Sono bisex. Oggi pare quasi essere una moda per noi donne, io mi sono scoperta tale all’università…magari, chissà, potrei raccontarvelo.

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